di Magdalena Barile
regia Marco Lorenzi
con Ida Marinelli e con Yuri D’Agostino, Barbara Mazzi, Angelo Tronca
scene Marina Conti
luci Giulia Pastore
costumi Elena Rossi
suono Gianfranco Turco
effetti scenici Tommaso Serra
assistente alla regia Giorgia Bolognani
produzione Teatro dell’Elfo / A.M.A. Factory
La compagnia e il Teatro dell’Elfo ringraziano in modospeciale Andrea Germani per il lavoro e il contributo alla creazione dello spettacolo e del ruolo di Andy durante il primo periodo di prove.
Magdalena Barile per creare l’affascinante protagonista di questa storia s’ispira a tre donne che in momenti diversi vissero a ca’ Venier dei Leoni a Venezia: Peggy Guggenheim, Luisa Casati Stampa e Doris Castlerosse.
Marco Lorenzi dirige Ida Marinelli, Yuri D’Agostino, Barbara Mazzi, Angelo Tronca, protagoniste e protagonisti di questa «breve passeggiata verso il tramonto. Che con sé porta sempre la promessa di un’alba».
Note di Regia
Marco Lorenzi
La Collezionista è una breve passeggiata verso il tramonto. Uso questa frase per sintetizzare il mio punto di vista su questo progetto, perché è stato davvero illuminante rendermi conto, all’improvviso, che il testo di Magdalena, il museo di arte contemporanea senza più l’arte contemporanea in cui lo ambienta, lo sfondo di Venezia, la presenza di Ida, tutto concorre a formare questa splendida metafora. La Collezionista è infatti un modo per interrogarci sulla nostra umanissima difficoltà di accettare l’approssimarsi della fine delle cose, della fine di un’epoca, di un tempo il nostro – e il sorgere di un altro diverso e nuovo. Un tramonto, appunto. Che con sé porta sempre la promessa di un’alba (o così mi piace pensare).
Trovo un’opportunità magica quella di poter seguire con tenerezza, umanità ed empatia l’iperbole di questa donna incredibile che ha “inventato” l’arte del ‘900 e che ora si chiede se è ancora il momento di sognare. Oppure se le cose sono cambiate. E quanto questo posso essere complesso da ammettere. Quello che è certo è che La Collezionista non lascerà tramontare la sua luce tropo facilmente. Sicuramente non senza aver dato vita all’ultima grande opera d’arte della sua collezione.”