In repertorio
Ruy Blas
Quattro quadri sull'identità e sul coraggio.
In repertorio
Ruy Blas
Quattro quadri sull'identità e sul coraggio.
adattamento dall’opera Ruy Blas di Victor Hugo
regia, traduzione e adattamento Marco Lorenzi
con Yuri D’Agostino, Francesco Gargiulo, Barbara Mazzi, Anna Montalenti/Rebecca Rossetti, Alba Maria Porto, Angelo Tronca
visual concept Eleonora Diana
uno spettacolo Il Mulino di Amleto
produzione A.M.A. Factory
con il supporto dell’Alliance Française di Torino e della Residenza Multidisciplinare Arte Transitiva a cura di Stalker Teatro/Officine Caos
con il contributo e vincitore di SIAE – Sillumina – Copia privata per i giovani, per la cultura 2016
un ringraziamento a Fondazione TPE – Teatro Piemonte Europa
Una sciabola, una corona di cartone e una libertà ispirata fanno di questa storia di sogni impossibili, d’amore, di libertà, di riscatto, un testo meravigliosamente contemporaneo
Ruy Blas è un atto politico perché rimette al centro l’importanza del “tempo della ricerca e della creazione”. È un incontro con il pubblico delicato, diretto e profondo, è un riappropriarsi di un mestiere ricco e pieno di senso come quello dell’attore. È una lezione di scherma, di ballo, di poesia.
Note di Regia
Marco Lorenzi
«A volte capita di smarrire la via precisa anche se hai bene in mente dove devi andare. A volte capita di accettare di farsi prendere dalla bellezza delle cose che ti circondano e deviare dalla strada, anche se questo cambierà il tuo percorso. A volte a me capita…e sono le volte in cui sono più felice.
Quando abbiamo cominciato a lavorare sul Ruy Blas di Victor Hugo non sapevo bene che strada avremmo intrapreso. Avevo un senso, un’idea che mi incoraggiava e mi stimolava, ma la strada era completamente senza mappa. Non sapevo che insieme a Barbara, Alba, Anna, Francesco, Yuri e Angelo saremmo arrivati a Ruy Blas – Quattro quadri sull’identità e sul coraggio. Oggi, però, sono felice per ogni singolo passo compiuto. Questo spettacolo non è solo uno spettacolo: è una sfida enorme, e proprio per questo è ancora più bella e stimolante. È sudore, passione, risate, lacrime e dubbi.
[…] Al cuore del progetto e di ogni singolo giorno di prova c’è il piacere e l’emozione di mettere in dialogo e in cortocircuito tra loro un testo teatrale così (apparentemente) lontano con la tecnologia e le forme che il teatro contemporaneo ci mettono a disposizione. È un dialogo tra Victor Hugo e il mondo e gli uomini di oggi.
Ci siamo innamorati dell’importanza e della centralità del lavoro sulla lingua, sul verso, sulla rima che ci ha spinto a cercare e a imparare come gestire un linguaggio così difficile, ma contemporaneamente bello e ricco di senso. Sono convinto che solo se ti sforzi di guardare dentro certe cose puoi rimanere abbagliato dalla loro luce. Infine, è stato importante avvicinarci a Hugo con la coscienza (e incoscienza) di un gruppo di giovani e spericolati artisti che vivono nel mondo di oggi.»