di e con Annamaria Troisi
progetto sonoro DANIVA
tecnico Niccolò Mazzon
produzione A.M.A. Factory
Il monologo è prevalentemente in lingua napoletana.
Ridicola è la storia di una donna che cerca disperatamente risposte e non sa come e dove trovarle. È una donna che ha sempre fame, fame di tutto ciò che le manca.
Ridicola nasce come liberissima riscrittura de Il sogno di un uomo ridicolo di Dostoevskij. È la storia di una prostituta ma in realtà è soprattutto la storia di una donna e del suo dolore, un dolore silenzioso e sapientemente nascosto agli occhi di un mondo che vede e finge di non vedere. Un mondo pronto a giudicare senza farsi troppe domande, senza provare ad andare oltre l'immagine, oltre lo stereotipo, un mondo affaticato ma sempre pronto a sputare sentenze e prendere il distacco da ciò che solo in apparenza sembra non interessarlo. Ridicola è la storia di una donna che cerca disperatamente risposte e non sa come e dove trovarle. E’ una donna che ha sempre fame, fame di tutto ciò che le manca. Ridicola è una donna che di fronte a una concreta possibilità di riscatto e di rinascita fa prevalere il senso di inadeguatezza e vergogna.
Ridicola è una donna incinta che ha paura di diventare madre.”E allora che camp’a ffa’?” Nulla sembra avere più senso… perché continuare a vivere? Quante volte ci siamo chiesti perché e perché a me? E quante volte siamo rimasti delusi e soli perché non è arrivato nessuno a salvarci? Ridicola incarna tutte queste domande e prima del “sogno” vive in balia delle emozioni e solo accecata da un forte sentimento di rabbia e frustrazione. Ma è nel “sogno” che tutto cambia e sembra trovare un senso.
Arriva poi l’incontro con “l’altro” e la scoperta sconcertante che è possibile uno sguardo diverso sulle cose, uno sguardo libero dalla paura, dove il lavoro non è visto come una fatica ma come un’opportunità, un prendersi cura di qualcosa o di qualcuno con attenzione e dedizione, dove la parola amore raggiunge il suo significato più alto e dove la morte non soffoca più la vita “perché qui siamo solo di passaggio”.
